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Leave Italy intervista UNI Student Advisors

imagesRecentemente, il nostro fondatore Mattia Pastore e stato intervistato da Leave Italy, famoso blog italiano per italiani all’estero.

Nei prossimi due articoli, vi proponiamo dei pezzi dell’intervista. Per l’intervista completa, visitate: http://www.leaveitaly.com/

Come è nato il progetto USA Students Advisors?
UNI Student Advisors è nata perché a nostro parere c’erano delle grosse mancanze nel mercato. Per quanto riguarda la consulenza per l’università e il master in America e Regno Unito a nostro parere c’erano 2 problemi: bassa qualità del servizio offerto e prezzo spropositato.

Noi abbiamo costruito un team di consulenti madrelingua eccezionale che vantano una ampia conoscenza di tutti i college americani ed inglesi e sono specializzati in studenti internazionali. Alcuni dei nostri consulenti hanno un background come private counselors, altri in admissions in alcune delle IVY League Schools, e altri nei migliori licei americani. Ed ognuno di loro è specializzato in facoltà specifiche.

Per quanto riguarda invece il liceo offriamo servizi assolutamente esclusivi:

1. La possibilità di ottenere il Diploma americano o un diploma internazionale (IB Diploma): i programmi di exchange non ti consentono di ottenere alcun riconoscimento e diventano quasi un peso per i nostri studenti che sono poi costretti a tornare in Italia e a studiare tutta l’estate per recuperare le “materie perdute” in Italia. Con noi puoi ottenere un diploma americano o internazionale e al termine dell’anno scolastico in Italia potrai accedere a tutte le università al mondo con un anno di anticipo, e senza dover tornare in Italia e dare una decina di esami di riparazione

2. Accademie sportive: la possibilità per i nostri ragazzi italiani che praticano sport a livello agonistico di mettere finalmente a frutto anni e anni di sacrifici. Come dimostra il mio esempio, in America lo sport ti può pagare l’università.

Quali sono le difficoltà principali che si incontrano nell’iscriversi in un’Università straniera e quali sono le problematiche più comuni che vi pongono i vostri clienti?

  1. L’iter per iscriversi ai college americani ed inglesi è estremamente diverso da quello per i college italiani. E’ molto più complicato ed inizia prima.
  2. La scarsa conoscenza degli aiuti finanziari che si possono ottenere e che rendono percorribili carriere scolastiche all’estero altrimenti quasi impossibili da ottenere visti i costi elevati delle università all’estero
  3. La scarsa conoscenza dei college all’estero e dei corsi da loro offerti: nel Regno Unito ci sono più di 250 università (il triplo che in italia) e in America ce sono circa 6500. C’è la tendenza a pensare che all’estero ci siano solo una decina di università per le quali vale la pena lasciare l’Italia. Questo è un errore madornale.

L’america e gli Stati Uniti vantano i migliori college al mondo. Io ho studiato a Pace University, cha magari non è conosciuta come Harvard o Yale. Eppure, ho ricevuto una offerta full-time da una delle aziende di consulenza più grandi al mondo un anno prima che ottenessi la laurea.

Quale?

Ernst & Young! Tra l’altro ho visto che qualche mese fa hai postato un articolo nel quale menzionavi proprio Ernst & Young e comparavi gli stipendi offerti in italia a quelli nel resto d’Europa. Io ho completato una internship con EY e alla fine della internship EY ci ha portato 4 giorni in un resort ad Orlando. Eravamo oltre 2900 stagisti da tutto il mondo, tra l’altro c’erano anche 8 ragazzi italiani che ho conosciuto, stagisti come me.

Noi stagisti americani venivamo pagati $4.750 al mese più straordinari mentre i nostri colleghi italiani solo €1.300 (e mi dicevano che per la media in italia loro sono molto fortunati). Quello che mi ha scioccato di più però è stata la differenza di età tra me e loro! Io avevo appena compiuto 21 anni, loro ne avevano tra i 24 e i 26 anni ed alcuni di loro avevano la magistrale e il master in italia! Io invece non avevo ancora ottenuto la laurea in America.

Non solo gli “americani” vengono pagati quasi il triplo dei colleghi italiani ma soprattutto iniziano a lavorare molto prima di loro!

A presto per la seconda parte dell’intervista!

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